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Il Rio Pissaglio

Il Rio Pissaglio


Il cono di deiezione su cui sorge Bruzolo si è formato attraverso i millenni per i continui straripamenti del torrente Pissaglio e di altri torrenti minori, il Bruetto, il Toassone ed il Balma Ratonera, che hanno trasportato a valle enormi quantità di materiali e talvolta dei massi enormi che ora vediamo qua e là affiorare. Scavando, essi si ritrovano numerosi specialmente su una linea che dallo sbocco del torrente a monte del paese scende all'incirca fino alla Seiturà, tra la Maffiodenza e i Cossardoni, all'altezza del castello.

PissaglioSi ha notizia di un certo numero delle più recenti alluvioni, verificatesi negli anni 1710, 1728, 1798, 1811, 1842, 1846, 1860, 1875, 1900 e 1919. La minaccia del torrente Pissaglio è andata via via aggravandosi in conseguenza del progressivo sopraelevarsi del suo letto.
Durante l'alluvione del 1798 furono sconvolte le regioni di Campobellino e Gerbido (a Ovest di Via Umberto I). Contemporaneamente le acque dei torrenti minori e specialmente quelle del Toassone arrecarono grandi rovine fino alla regione dei Cotti. Anche le piene del 1811 e 1842 arrecarono gravissimi danni. Riferendosi a quest'ultima, scrive il prevosto Don Maggiorino Re: "danni che saranno impressi in questa popolazione e mercé a cui alcuni individui giacciono in assoluta miseria".

Ma la più funesta di tutte le alluvioni è certamente quella che si verificò nella notte tra il 17 e 18 ottobre 1846, nella quale trovarono la morte dodici persone, cioè tutta la famiglia Perino, composta da sette persone tra i 16 e i 26 anni e quattro bambini in tenera età ed un certo Giovanni Battista Borla. La famiglia Perino abitava all case Barboj (attuale inizio di via Pratosellero) presso il torrente. Si può vedere ancora alla parete ovest della casa tuttora esistente l'intonaco di una stanza che apparteneva alla casa demolita.

L'ultima alluvione è del 1957. Travolto l'argine minore, l'acqua si riversò lungo la Mura. Precipitando dall'alveo in cui il torrente scorre abitualmente l'acqua scavava a metri di profondità ai piedi della Mura cercando di scalzarla. Tanta era la violenza della piena che gli accorsi che si trovavano sull'argine lo sentivano tremare. La fiumana si riversò verso le Rovine, scavandosi un alveo tra i boschi di acace che popolano quella zona, allagò tutte le campagne situate a nord della ferrovia, depositando uno strato di melma dello spessore talvolta di oltre un metro.

Oltre ai lavori eseguiti dal 1800 in poi per l'arginatura del torrente sono stati eseguiti negli ultimi anni lavori di costruzione briglie di contenimento delle erosioni, rafforzaenti di argini, disboscamenti e lavori di disalveo che daranno senz'altro sicurezza all'abitato.