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La Storia

IL NOME
Storicamente il luogo è per la prima volta ricordato col nome di Brosiolae nel testamento del patrizio Abbone,dell'anno 726.
Nel 1001 è chiamato Broxolum nel diploma dell'imperatore Ottone,che conferma al marchese Olderico Manfredo i suoi possessi di Susa e di Torino.
Vien detto Brusiolum nella carta di fondazione della Badia di S.Giusto di Susa,fatta nel 1029 dallo stesso Manfredo.
In documenti del 1290 il paese è chiamato Brusolio;Bruxolium nel 1448 e più tardi Brosolum,Brusolum,Brusol nel 1565, Brusollo nel 1589,Bruscolo,Bersuolo,Bruzzolo,Bruzuolo nel 1839 ed infine dal 1841 Bruzolo nome che ha il paese attualmente.
L'etimologia è incerta.Vi è chi vorrebbe trarre l'origine del nome da distruzioni ed incendi in epoca lontana.Una regione del territorio è ancora chiamata "Saradin" come a memoria dell'invasione saracena.
Ma altri propendono per una derivazione dalle radicali celtiche bers,beurs e brus,significanti "materiale alpestre incombustibile".L'amianto è infatti in notevole abbondanza in questo suolo.

IL MEDIO EVO
Nell'alto Medio Evo Bruzolo appartenne ai marchesi di Susa e intorno al 1000 Manfredo II fondava la prevostura o "prevostale" come cantò in una bella lirica Camillo Fabiano:

" Qui,dove saggio il vigile colono
lotta operoso ed l terren trasforma,
è già sull'erte rocce va servendo.
Lieta la vite,
trasse il valente padre d'Adelaide.
Forte erigendo sul sassoso clivio.
La tua, Bruzolo,di ricordi ornata
Prepositura."

IL COMUNE
Risulta che il riconoscimento dell'autonomia della nostra popolazione e quindi la nascita del nostro Comune si debba porre nel 1941, alla concessione degli Statuti. Tuttavia già da tempo la nostra popolazione era organizzata in Comunità, con una Credenza (Consiglio) che eleggeva i propri Consoli. Di essa il feudatario non poteva non tener conto anche se non ancora ufficialmente riconosciuta. Ispiratore ed anima di questa prima forma di autonomia era il sentimento religioso che legava in unità d'intenti la nostra popolazione e le dava la possibilità di contrastare all'arbitrio del feudatario.
La "Credentia" era un Consiglio formato da un numero indeterminato di "capitales", cioè di capifamiglia. I "Consules", sempre in numero di due, saranno più tardi chiamati Sindaci. All'atto della concessione dell'autonomia al paese sono Consoli Giacomo Seinera e Martino Nantermo e Credentari Giorgio Grangia, Ugone Brunetto, Pietro Campo, Pietro Alasio, Giovanni Sereno, Micheletto Breco e Giovanni di Campobenedetto.
La nomina dei Sindaci è regolata unicamente da consuetudini locali fino al principio del '600. Carlo Emanuele I e Madama Cristina di Francia nel 1646 emanano un proposito le prime norme di carattere generale. L'editto di Madama Cristina stabilisce che le persone da eleggersi alla carica di Sindaco siano "delle più commendevoli, capaci e possidenti maggiori registri" ed impone agli eletti di accettare l'incarico sotto pena di gravi sanzioni. Spetterà al Castellano "compellire e astringere sommariamente" chi intendesse rifiutare. Non fa meraviglia che si debba ricorrere alla costrizione, poiché in questi tempi la carica di Sindaco è temuta anziché desiderata. Le nostre contrade sono continuamente percorse da eserciti che taglieggiano senza discrezione ed ai normali tributi s'aggiungono continuamente nuove imposizioni alle quali spesso è impossibile far fronte.
Tocca al Sindaco reperire i contributi richiesti, in natura o in denaro, ed in caso d'insolvenza egli deve pagare di persona. Nel 1646 la Duchessa Maria Cristina impone a Bruzolo e S. Didero ( i due Comuni erano uniti nel pagamento dei tributi della proporzione di quattro a uno) di alloggiare una Compagnia costituita da nove piazze, due di ufficiali e sette di cavalieri. Alloggiare significava in questo caso provvedere vitto ed alloggio a uomini ed animali. Riconosciuta l'impossibilità per le nostre popolazioni di sostenere tale aggravio, si concede che le due Comunità paghino la somma di lire 9 e 16 soldi per le due piazze di ufficiali. Non avendo Bruzolo e San Didero versata questa somma, vengono tradotti prigionieri nel forte di Avigliana i Sindaci Giorgio e Giacomo Ravetto ed il Castellano Baldassarre Trassati. Intanto giunge in paese una compagnia di soldati che vi preleva 35 mucche ed altrettante pecore ed agnelli. Bruzolo e San Didero dovranno inoltre consegnare entro l'anno 40 sacchi di frumento, 100 di avena e 25 carrate di vino, pari a circa 150 brente di vino. Sorte analoga a quella del sopraddetti Sindaci dovrà subire nel 1707 Matteo Mogliasso Masoero, tradotto dai Francesi nel forte della Brunetta di Susa. sarà liberato dopo alcuni mesi, ma morirà al suo ritorno per i maltrattamenti e gli stenti sopportati.
Dal costituirsi delle nostra Comunità i Sindaci furono sempre nominati annualmente in numero di due, il più anziano dei quali rimaneva in carica dal 1° luglio al 31 dicembre ed il secondo dal 1° gennaio al 30 giugno. Erano scelti dal Consiglio Generale dei Capi di Casa, che si radunava anticamente in chiesa o sul sagrato della chiesa o nel cimitero, più tardi su una piazza o nella Chiesa del Comune. Nel 1705 il Duca avoca al Governatore di Susa il diritto di nominare i Sindaci. I Savoia, che hanno in quegli anni estremo bisogno di realizzare denaro, privano il Consiglio dei Capi di Casa del diritto di nomina, con l'intento di cederlo poi nuovamente ai Comuni che lo riscattassero o di venderlo a privati. A Bruzolo, nel 1709, fatta la rosa dei candidati all'incarico di Sindaco per presentarla al Governato affinché proceda alla nomina, si viene a sapere che un certo Giovanni Giuliano di Frassinere ha comprato il diritto di nomina col versamento di somma di 470 lire. Senza porre indugi i consiglieri mandano a Torino un incaricato del Comune il quale riesce a far annullare il primo contratto ed ottiene che il diritto di nomina venga restituito a Bruzolo mediante il versamento della somma di lire 583. per riuscire nel suo intento egli provvede pure a generose elargizioni che accrescono notevolmente la spesa. Il decreto che restituisce a Bruzolo il diritto di nominare i propri Sindaci è del 18 febbraio 1709. Se ne conserva nel nostro archivio la pergamena intestata alla Duchessa Anna d'Orlèans. Ed ecco come avviene l'elezione dei Sindaci per il 1710: "Radunatto il Conseglio Generale de Cappi di Casa et vista la Rosa formata dal Conseglio Speciale nella quale si trovano descritti Gio. Vito Sereno et Antonio fu Michele Sereno, ed essa hanno aggiunto Matteo Ravetto et Battista fu Giovanni Borgia fra i quali hanno detto non esservi parentela tanto di consanguineità che di affinità né contabilità veruna. Quali da noi sendosi prese le secrete voci (voto segreto) de sovra congregati et si è trovato il magior numero d'esse concorrer nelle persone di detti Gio. Vito Sereno et Matteo Ravetto".
Nel 1733 un editto di Carlo Emanuele III stabilisce che venga nominato annualmente un solo Sindaco, ciò che a Bruzolo avviene solo dal 1738. Il Sindaco dovrà esser d'età maggiore, dovrà possedere buona quantità di beni, dovrà essere "di buon giudizio" e non dovrà essere contabile del Comune o legato da parentela con Sindaco dell'anno prima. L'incarico continua ad avere valore per un solo anno fino all'occupazione francese del 1798. Nel 1757 un editto stabilisce che non si possa elegger a Sindaco chi ha avuto tale carica negli ultimi cinque anni.
Ai primi di dicembre del 1798 sono da noi i Francesi che tolgono l'incarico al Sindaco di Bruzolo Benedetto Vota e mettono al suo posto un Maire nella persona di Giacomo Antonio Martin. Lo stesso mese si vota per il plebiscito di annessione del Piemonte alla Francia. A giugno del 1799 i Francesi sono nuovamente cacciati dalle avanguardie dei Cosacchi e da truppe russe e austriache. Rioccupano la valle il 15 agosto seguente ma ne sono ancora scacciati. Riusciranno a prenderne possesso definitivo alla fine di maggio del 1800. DAll'agosto 1799 al maggio del 1800 gli Austro-russi tennero a Bruzolo un ospedale militare. In una nota di spese del 5 gennaio 1800 si legge: "Per l'ospedale di Bruzolo scudelle 12 a soldi 2.6 l'una; tupini 12 a soldi 4 l'uno, bicé 6 a soldi 7.6 l'uno...".
Durante l'occupazione francese gli atti del Comune vengono redatti in francese. Su di essi spicca il motto "libertà, uguaglianza, fraternità". La "Commune de Brusol" fa parte in questo periodo dell' "Arrodissement de Suse" e del "Departement du Po". In luogo del Governatore c'è a Susa un Sottoprefetto. Sede della Prefettura è Torino.
Cacciati i Francesi alla caduta di Napoleone nel 1814, si ritorna al sistema elettivo in vigore prima dell'occupazione. Lo Statuto di Carlo Alberto del 4 marzo 1848 apporterà qualche modifica e le nuove norme avranno valore fino al 1926, quando il fascino abolirà i Consigli e la carica di Sindaco e li sostituirà con un Podestà di nomina governativa. Dopo le dolorose vicende della guerra, in cui si avvicendano ad ogni momento a capo del paese Podestà e Commissari Prefettizi, si ritorna al sistema elettivo, di fatto subito dopo la cessazione delle ostilità, con Sindaci, Consigli e Giunte provvisorie, e per legge dal 7 gennaio 1946.

LO STEMMA

Lo stemma di Bruzolo è uno scudo recante nella parte inferiore un agnello circondato dalle fiamme e nella parte superiore un'aquila ad ali spiegate.
Esso risale al secolo XVII.Chi l'ha ideato ha voluto esprimere nell'agnello tra le fiamme le sofferenze attraverso le quali il paese dovette passare nel corso della sua storia,quando soffrì impotente ed inerme la tirannia ed il sopruso,quando vive arder le sue case,quando si vide privare dei frutti della sua terra,quando la guerra,la fame e le pestilenze fecero strage tra i suoi figli.
L'aquila ad ali spiegate in atto di protezione volle essere in origine un omaggio alla famiglia dei Conti grosso,signori di Bruzolo dal 1544 al 1797,il cui stemma recava appunto un'aquila.
Essa stava a significare la supremazia vigile e protettrice del feudatario sul paese.
Innegabilmente l'aquila del feudatario fu molte volte l'unica e valida protettrice di Bruzolo,tuttavia usò anche su di esso gli artigli.
"Per noi l'aquila è la più bella immagine della fortezza d'animo con la quale i Bruzolesi da ogni sventura seppero sempre risorgere,per riprendere il loro cammino verso un costante progresso,con l'operosità e la tenacia che sono loro proprie",scriveva sulla rivista Segusium dedicata al Trattato di Bruzolo e pubblicata negli anni '60 dello scorso secolo.